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Monaci Shaolin che praticano Qigon e Meditazione sui monti Song
Monaci Shaolin che praticano Qigong e Meditazione sui monti Song

Significato di Qigong o Chi Kung 气 功

“Qi” 气 in Cinese significa letteralmente “aria” ma questa parola ha molti altri significati in base al contesto in cui viene menzionata. “Qi” è un termine che tocca nello stesso tempo Medicina Tradizionale Cinese, Arti Marziali e filosofie religiose Buddismo e Taoismo, ed in questi casi il suo significato è quello di “respiro”, “vitalità” oppure “energia interna” o “energia vitale”.
“Qigong” significa quindi il lavoro che si fa nell’intento di coltivare il “Qi”. In occidente è ancora molto diffusa la vecchia traslitterazione in Wade Gilles “Chi Kung” che ovviamente significa la stessa identica cosa.

Si tratta di un arte tradizionale Cinese, di un metodo, che studia ed insegna come coltivare l’energia interna del corpo attraverso specifici esercizi la cui pratica migliora la salute e rinforza il fisico armonizzando i tre fattori principali ovvero: respiro, postura e pensiero.

Nato più di 4000 anni fa come pratica d’uso popolare per curare o comunque limitare le malattie fortificando il corpo; si pensi che già nel “Libro dei Mutamenti” del 1122 a.c. si menzionavano alcune informazioni sui cicli del “Qi”, per questo motivo la pratica del Qigong è considerata uno dei più importanti elementi del patrimonio culturale della Cina.
Il Qigong, successivamente fu assimilato dalle dottrine Taoiste e Buddiste che lo interpretarono ed integrarono secondo i loro principi filosofici affinando le tecniche ed ottimizzandone i benefici. Nel tempo, il Qigong, da pratica popolare divenne disciplina occulta, riservata a pochi iniziati e quindi diffusa pochissimo e mantenuta segreta per anni. Il resto del popolo, in questo frangente, si limitava alla conoscenza di qualche esercizio superficiale e di qualche tecnica legata al campo della Medicina Tradizionale e Agopuntura. Questa situazione è rimasta invariata fino a gli anni 70/80 circa, momento in cui iniziò una forte espansione sia in Cina sia nel resto del mondo a seguito di una diffusione di numerosi testi, pubblicazioni e corsi d’insegnamento. Tutt’ora comunque questa disciplina è gelosamente conservata dagli orientali che ne fanno gran pratica con profonda devozione e spiritualità.

Il Qigong non è magia!

Allenamento di Qigong con il Monaco Shaolin Shi Hengjun
Allenamento di Qigong con il Monaco Shaolin Shi Hengjun

Prima di affrontare nel dettaglio questo argomento, teniamo a mettere in chiaro che il Qigong non è una pratica esoterica e non si basa su nessun tipo di elemento soprannaturale o magico, come purtroppo molti cercano di dare ad intendere attraverso corsi che si basano su scarse nozioni superficiali in materia integrate da pratiche new age o riti mistici che non hanno alcun riscontro oggettivo e soprattutto che non hanno nulla a che vedere con il Qigong. Quindi prendiamo le distanze da coloro che, attraverso questa pratica, riuscirebbero a fare numeri alla Uri Geller ma che soprattutto speculano sulle persone ingenue e inquinano l’informazione a tal punto che in alcune biblioteche capita di trovare i libri di Qigong nel reparto “Esoterismo, Magia e Tarocchi”.

Praticare Qigong nei modi e con le frequenze insegnate dai Grandi Maestri, da veramente sorprendenti risultati sia nella pratica delle arti marziali a livello di potenza/resistenza e condizionamento del corpo, sia nella salute e nel benessere psicofisico di chi lo esegue come semplice forma di ginnastica. Il Qigong rappresenta il riassunto delle diversità tra occidente ed oriente, spesso non ci viene insegnato volentieri perché gli orientali sanno bene che i nostri ritmi di vita frenetici ed il nostro voler ottenere molto ed in poco tempo rappresentano uno scoglio insormontabile.
In occidente, si pratica spesso esercizio per apparire più belli esteriormente, per avere i muscoli scolpiti e il fisico asciutto e gradevole alla vista. Tutto questo non è sbagliato, ma è solo la parte più semplice della cura che possiamo prenderci del nostro corpo. Il Qigong parte dal migliorare il corpo a partire dall’interno perché ricalca esattamente i principi base della Medicina Tradizionale Cinese. Principi che hanno dato origine a metodi di cura quali l’Agopuntura, ancora oggi poco riconosciuta ma molto usata, anche dai medici occidentali. E’ inutile avere tanti muscoli se poi questo eccesso crea degli scompensi posturali non indifferenti e delle rigidità che scoordinano il corpo e ne limitano i naturali movimenti. E’ inutile cercare di migliorare la propria pelle con creme e pasticche se il problema è dato da una vita sregolata e sedentaria. Spesso si cura la parte “visibile” del problema che normalmente è il risultato di un qualcosa di più complesso che parte da dentro. Spesso non andiamo a fondo nei problemi ma ci accontentiamo del rimedio superficiale… estetico.

In questo articolo non è possibile riassumere in cosa consiste in pratica il Qigong e sarebbe ridicolo pretenderlo. Ci limiteremo a fornire le nozioni culturali generali per capire di cosa stiamo parlando e per avvicinare il più possibile il lettore, ad una visione più chiara dell’argomento. Molti pensano che il Qigong sia troppo complesso da praticare, in realtà la difficoltà del Qigong non è tanto la tecnica e la modalità di esecuzione, quanto la continuità della pratica e costanza. Praticare Qigong non significa praticare una Arte Marziale ne tanto meno uno sport ma piuttosto rappresenta un rituale, un appuntamento nel quale si dovrebbe dedicare giornalmente del tempo a noi stessi e al nostro benessere. I Maestri Cinesi dicono che nella pratica del Qigong, un giorno perso equivale a un mese perso per sottolineare che l’importanza sta proprio nell’impegno costante.

Nel trattare l’argomento non possiamo evitare di dare alcune nozioni elementari di Medicina Tradizionale Cinese strettamente legata al Qigong e viceversa. Essendo un argomento delicato e talvolta controverso, ci limiteremo a riportare queste informazioni tali e quali come sono state reperite dalle nostre fonti senza esprimere nessun tipo di giudizio o conclusione in quanto non ci riteniamo competenti nel settore. E’ bene precisare che ad oggi non esistono riscontri scentifici che possano provare i concetti di MTC trattati.

San Bao 三宝 – I Tre Tesori

San Bao | I Tre Tesori
San Bao | I Tre Tesori

Detto anche San Yuan (le Tre Origini) o San Ben (I Tre Fondamenti), questo concetto rappresenta uno dei presupposti cardine sui quali si basano lo studio e la pratica il Qigong Cinese (Wg:Chi Kung). I Tre Tesori sono JING (l’Essenza), QI (l’Energia Interna) e SHEN (lo Spirito) che rappresentano nella cultura cinese la loro visione delle radici della vita umana.
Tramite le tre energie vitali Jing, Qi e Shen, possiamo arrivare ad ottenere non solo la salute del corpo e della mente, ma riusciremo anche a sviluppare ciò che gli antichi maestri definivano la “vera forza” o “forza interna” (Nei Jing).
Nelle arti marziali tradizionali non dobbiamo infatti utilizzare la forza muscolare o esterna, o per lo meno non dobbiamo far ricorso esclusivamente ad essa.
Schematizzando al massimo gli scopi che si perseguono con la pratica del Qigong, si possono individuare tre fasi fondamentali alle quali corrispondono diversi metodi di esercizio e di correzione del proprio stile di vita:

PRIMA FASE:
“Lian Jing Hua Qi” (raffinare Jing e convertirlo in Qi)
In questa fase la pratica ha come scopo principale quello di coltivare e conservare l’Essenza (Jing) per trasformarla in nutrimento per l’Energia Interna (Qi).

SECONDA FASE:
“Lian Qi Hua Shen” (raffinare Qi e convertirlo in Shen)
In questa fase la pratica ha come scopo principale quello di coltivare e conservare l’Energia Interna (Qi) per trasformarla in nutrimento per lo Spirito (Shen).

TERZA FASE:
“Lian Shen Liao Xing” (raffinare Shen per eliminare le emotività umane)
In questa fase la pratica ha come scopo principale quello di elevare e raffinare lo Spirito (Shen) per eliminare o comunque controllare le emotività e debolezze umane.

1 – JING 精 – L’ESSENZA

Jing, in questo contesto, significa Essenza o Essenziale. In riferimento agli esseri umani e agli animali, per Essenza si intende la sostanza primaria o la fonte originale della crescita. Jingzi infatti, significa liquido seminale che non è altro che l’essenza primordiale della vita che contribuisce insieme al Jing femminile a dare al nascituro la giusta dose di Jing originario detto Yuan Jing.
Il Jing originario è uno dei beni più preziosi che deve essere salvaguardato in quanto raramente nel corso della vita sarà possibile incrementarne le proporzioni presenti nel corpo anzi, sarà molto probabile che esso possa diminuire in funzione di uno stile di vita inadeguato.

La pratica del Qigong, permette di consolidare e conservare al meglio questa energia primordiale e talvolta di migliorarne la qualità. Queste pratiche prendono anche il nome di “Gu Jing” (conservare, consolidare Jing). Il Jing originario genera il Qi attraverso dei movimenti all’altezza di “Xia Dan Tian” o “Dan Tian” Inferiore che rappresenta la fonte primaria di Qi.
Questi movimenti sono i medesimi che compie il feto per tirare il nutrimento dal cordone ombelicale. Con la nascita il nutrimento cominciamo a prenderlo direttamente attraverso il cibo che mangiamo e l’aria che respiriamo, di conseguenza questo particolare modo di muovere l’addome spesso viene perso. Uno degli aspetti che la pratica del Qigong prende in considerazione è proprio una rieducazione all’uso dei muscoli del basso addome.

Nel Qigong e nella Medicina Tradizionale Cinese, conservare e preservare Jing è fondamentale per la salute e un aspetto che potrebbe incidere negativamente sulla quantità e qualità di Jing è il sesso. Sempre per la Medicina Tradizionale Cinese praticare sesso in modo sfrenato, in particolare per l’uomo, corrisponde ad una perdita di Jing e quindi ad un indebolimento generale delle condizioni fisiche.

2 – QI 气 – ENERGIA INTERIORE

Spesso si trova scritto anche “Chi” secondo la vecchia trasformazione fonetica Wade Gilles, oppure “Ki” in Giapponese, questo termine nel contesto del Qigong significa Energia Interiore o Energia Interna.
Secondo la Tradizione Cinese il Qi scorre in tutto il corpo ed è ciò che distingue un essere vivente da un vegetale o da un cadavere. Per essere in buona salute occorre che il Qi circoli liberamente in tutto il corpo nelle giuste dosi e che il Jing originario trasmesso dai genitori sia di buona qualità. Il flusso del Qi dipende molto dallo stato emotivo della persona e dagli agenti esterni. Ricevere un pugno ad esempio provocherà un disturbo nel normale flusso di Qi nel punto colpito.
In base al tipo di origine i Cinesi suddividono il Qi in due tipi: Yuan Qi (Qi Prenatale) o Xia Tian Qi (Qi prima del cielo) e Hou Tian Qi (Qi dopo il cielo o Postnatale).

YUAN QI o XIA TIAN QI:
Il Qi prenatale è quello che viene generato dal Jing originario trasmesso prima della nascita ed è comunemente chiamato anche Shui Qi (Qi d’Acqua) e per questo si tratta di un energia “fredda” con carica negativa Ying. Esso si trova nel Dan Tian inferiore o Xia Dan Tian.

HOU TIAN QI:
Il Qi postnatale è quello che viene generato dal Jing del cibo che mangiamo e dell’aria che respiriamo ed è comunemente chiamato anche Huo Qi (Qi di Fuoco) e per questo si tratta di un energia “calda” con carica positiva Yang.
Esso si trova nel Dan Tian mediano detto anche Plesso Solare o Zhong Dan Tian.

In base alla funzione che ha all’interno del corpo i Cinesi individuano altre due categorie di Qi: Ying Qi (Qi nutritivo) e Wei Qi (Qi protettivo).

YING QI:
Dirige e controlla cervello, organi e tutti i movimenti del corpo. Esso a sua volta è di due tipi: uno mantiene in buona salute gli organi e scorre in modo involontario come il sangue, l’altro è legato all’intenzione (Yi) scorre e si dirige esattamente dove la mente vuole che vada. Questo tipo di Qi è quello che più si cerca di coltivare nelle arti marziali.

WEI QI:
E’ un Qi superficiale ed è detto anche protettivo proprio per la sua funzione di barriera contro gli agenti negativi esterni. Questo Qi è responsabile, tra le altre cose, della crescita dei capelli e della guarigione dei danni esterni come le ferite.

Queste sono solo alcune delle varie suddivisioni del Qi secondo la tradizione Cinese ma preferiamo terminare qui l’approfondimento per non rendere troppo pesante la lettura di questo articolo che già di per se è molto complesso.

3 – SHEN 神 LO SPIRITO

Lo Spirito rappresenta il Tesoro più elevato dei Tre precedenti. Shen si trova nel Dantian superiore (Shang Dantian) all’altezza della fronte. Shen è comandato dalla mente emotiva (Xin) e dalla mente meditativa (Yi).
Yi è la mente legata alla saggezza fissata dalla volontà. Xin è la mente più legata agli istinti e alle proprie percezioni emotive.
La mente emotiva è in grado di stimolare Shen ma un eccesso di emotività viene definito dai Cinesi “Xin Shen Bu Ning” che significa “Shen emotivo non è in pace” e provoca instabilità psicologica. La mente meditativa dovrebbe essere allenata proprio per contrastare gli stadi confusionali generati dalle emotività (Xing) che possono allontanare Shen dalla propria sede (Shen Bu Shou She). Quando l’intenzionalità è debole si dice “Shen Zhi Bu Qing” che significa “Lo spirito e la volontà non sono chiari”. E’ quindi necessaria una grande forza meditativa che mantenga sempre in sede Shen. Allenare Yi al fine di avere uno Shen forte è uno degli scopi principali dei Buddhisti e dei Taoisti.

Shen, mente e cervello sono inseparabili e sono sempre in uno stato di reciproca relazione. Come accennato nei paragrafi precedenti, Shen viene nutrito dal Qi, ed in particolare sia da quello Prenatale che da quello Postnatale generato da Jing. “Fan Jing Bu Nao” significa “riportare Jing a nutrire il cervello”. Nutrire Shen significa infatti nutrire il cervello.

DAN TIAN 丹田 – IL CAMPO DEL CINABRO

Dan Tian  丹田 - Il Campo del Cinabro
Dan Tian 丹田 – Il Campo del Cinabro

Letteralmente Dan Tian o Tan Tien significa “Campo del Cinabro”.
Nel corpo umano vengono localizzati tre Dan Tian:

XIA DAN TIAN
Ovvero il Dan Tian inferiore, uno dei serbatoi più importanti di Qi, nella Medicina Tradizionale Cinese viene addirittura chiamato “Qihai” ovvero “Oceano del Qi”. Esso contiene il Qi Prenatale e si trova circa tre dita al di sotto dell’ombelico. E’ anche uno dei punti più richiamati nella pratica delle arti marziali in generale.

ZHONG DAN TIAN
Ovvero Dan Tian mediano. Esso si trova nel Plesso Solare (petto) ed è un importante serbatoio di Qi Postnatale. In questa sede avviene la trasformazione di aria e cibo in Qi e questo sistema è detto anche “Triplice riscaldatore” proprio perchè il Qi che circola è Qi di fuoco e le sedi sono tre: basso addome, stomaco e polmoni.

SHANG DAN TIAN
Ovvero Dan Tian superiore. Esso si trova sulla fronte ed è sede di Shen che viene alimentato di Qi attraverso il canale chiamato Chong Mai o vaso penetrante.

Dantian
Dantian

JING SHEN 精 神 – LO SPIRITO DELLA VITALITA’

Gli antichi maestri utilizzavano spesso il termine composto Jing-Shen che letteralmente si può tradurre “essenza e spirito”.
Jing-Shen indica la concentrazione applicata al movimento del corpo, l’intima unione di energia mentale e di moto, la simbiosi fra spirito e tecnica.
Chi possiede Jing-Shen si muove dunque in maniera viva e perfettamente concentrata, i suoi gesti appaiono maestosi, i suoi movimenti, anche se molto lenti, evidenziano la presenza di una grande energia interiore, di un’intensa vitalità e soprattutto ogni movimento è eseguito in maniera intelligente in modo da ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo.
L’espressione Jing-Shen ha dunque il significato di energia psicofisica, di vitalità fisica e mentale; per questo motivo essa si può tradurre “spirito di vitalità”.
Per arrivare a Jing Shen è dunque indispensabile che sia Jing che Shen siano forti e vitali il che presuppone la circolazione di un flusso abbondante di QI.
I grandi maestri ci insegnano che quando Jing-Shen è presente in noi, il nostro corpo diventa agile e perde ogni goffaggine.

In un trattato attribuito a Wu Yu Xiang (武禹襄), un grande maestro vissuto nel secolo scorso, possiamo leggere a questo proposito:


“Quando lo spirito di vitalità viene attivato i movimenti non sono né tardi nè goffi”.

Sono quasi le stesse parole del famoso maestro di Tai Ji Quan Yang Cheng Fu:

“Se lo spirito di vitalità viene attivato i movimenti diventano naturali, leggeri ed agili”.

Ma come è possibile attivare lo spirito di vitalità?
Tramite un corretto atteggiamento sia fisico che mentale e la pratica di un arte marziale tradizionale e del Qigong. Importantissimi a questo proposito sono i 10 Principi di Yang Cheng Fu trattati a parte nell’omonimo paragrafo di questo sito.
Qui di seguito invece riportiamo solo quegli atteggiamenti del corpo che più contribuiscono all’accrescimento di Jing-Shen.

Il corpo e soprattutto la testa vanno tenuti ben diritti; è inoltre indispensabile essere concentrati ed arrivare al cosiddetto “vuoto mentale”.

“Quando la testa è tenuta ben diritta, come sospesa da un filo, Jing-Shen, viene attivato” afferma il trattato attribuito a Zu Yu Xiang.

E il maestro Yang Cheng Fu aggiunge:
“Se la mente non è vuota e se l’energia non è alla sommità del capo non possibile risvegliare lo spirito di vitalità”.

E’ interessante anche leggere quanto scrive Li Yi Yu, un altro grande maestro dell’ottocento:
” Jing-Shen ha il compito di concentrarsi e andare dappertutto”.

Lo spirito di vitalità, dopo essere stato risvegliato, non deve dunque disperdersi, ma deve concentrarsi dentro di noi pervadendo ogni parte del nostro essere.

Grazie a Shen l’energia mentale, possiamo arrivare ad acquisire la piena consapevolezza, ma solo tramite Jing-Shen le tecniche e i movimenti vengono vitalizzati e acquistano una dimensione quasi spirituale.
Jing-Shen si può quindi considerare l’integrazione, il vero e proprio legame fra mente e corpo.
Gli antichi maestri affermavano che chi sviluppa Jing-Shen si muove come le nuvole che passano o come l’acqua che scorre. Questo concetto di “Corpo come le nuvole” è molto citato anche dal nostro Maestro Chang Wei Shin.
Inoltre antichi detti cinesi dicono:
“affrontare in combattimento chi ha raggiunto Jing-Shen è come andare contro una parete di ferro o una muraglia di bronzo”.

TIPOLOGIE DI QIGONG

Esistono molte correnti di Qigong a seconda soprattutto del motivo per cui viene praticato.
Anche se la salute rimane uno degli scopi principali e comuni per i quali si pratica, possimo comunque individuare le seguenti correnti:

QIGONG MEDICO
Si tratta del Qigong strettamente connesso alla Medicina Tradizionale Cinese, che ne fa uso allo scopo di prevenzione e cura di numerose patologie. Da circa 4000 anni, i medici Cinesi di tutte le ere hanno dedicato e continuano a dedicare moltissimo tempo nella ricerca e nello studio della circolazione del Qi nel corpo umano. I trattati scritti sono numerosissimi. In questo contesto gli esercizi sono eseguiti per migliorare e facilitare la circolazione del Qi, direzionandolo talvolta verso gli organi interessati.
Esistono sequenze create da medici (Hua Tuo) come “Wu Xing Xi” (esercizio dei 5 animali) ma anche sequenze create da guerrieri (Yue Fei) come “Ba Duan Jin” (le Otto pezze di Broccato) che risultano ottime per la salute.
Per la Medicina Cinese, un anomalia nella circolazione del Qi segna l’inizio di una malattia e del conseguente danno fisico.
Il Qigong medico pone molta enfasi agli esercizi meditativi in movimento, piuttosto che su quelli statici e rappresenta una delle tante tipologie di cura che la Medicina Tradizionale Cinese utilizza insieme ad altre tipo Erbe, Agopuntura, Digitopressione, massaggio Cinese (Tui Na), ecc.

Qi Gong - Chi Kung

QIGONG MARZIALE

E’ il tipo di Qigong che più ci riguarda da vicino, essendo ideato, studiato e praticato oltre che per il proprio benessere e la propria salute, per lo sviluppo di Energia intesa come Forza Interiore ed Esteriore volta ad incrementare le prestazioni marziali.
La leggenda data questo tipo di Qigong al 502-557 d.c., durante la dinastia Liang quando i Monaci Shaolin vennero in contatto con Bodhidarma (nome Indiano), dai Cinesi chiamato “Da Mo” e dai Giapponesi “Daruma”. Questo monaco, resosi conto che gli intensi allenamenti fisici dei monaci, raggiunto un determinato livello, non davano più risultati proporzionalmente buoni ma addirittura causavano uno sfinimento e una relativa perdita di capacità e virtù, dopo un lungo periodo di Meditazione elaborò il famoso “Trattato sul movimento dei Muscoli e dei Tendini” e il “Trattato sul lavaggio del Midollo”. Questi consigli e queste nuove pratiche rivoluzionarono le pratiche dei monaci ed elevarono in modo eccellente le loro prestazioni Marziali. Da allora, il Qigong divenne la pratica più diffusa, studiata e tramandata nel Tempio oltre al Kung Fu.

Trattato sul lavaggio del Midollo
dal “Trattato sul lavaggio del Midollo” di Damo

Con il Qigong, nel tempio si aprirono le porte anche a pratiche mediche quali l’agopuntura e la digitopressione, che diedero spunto per la creazione di micidiali tecniche basate su di esse. Parliamo chiaramente dei colpi detti “Dian Xue” (mirare le cavità) o “Dian Mai” dette anche “Dim Mak” (mirare i vasi) che ritroveremo approfonditi nell’articolo “Qin Na” dedicato alle leve, immobilizzazioni e strangolamenti.

Il Qigon marziale si divide a sua volta in due importanti ceppi: “Qigong Wai Dan” (Qigong del Cinabro Esterno) e “Qigong Nei Dan” (Qigong del Cinabro Interno).

Secondo lo scopo delle tecniche, infatti, si possono distinguere tecniche dure, che come obiettivo principale hanno l’aumento della propria forza e capacità difensiva e tecniche morbide, che servono ad incrementare lo stato di salute e di benessere fisico.

QIGONG WAIDAN (CINABRO ESTERNO)

E il tipo di Qigong più utilizzato negli stili Esterni (Wai Jia) come ad esempio gli stili di Shaolin. Esso mira essenzialmente al condizionamento degli arti attraverso la concentrazione e l’uso consapevole del Qi aumentando forza muscolare ed intensificando l’efficacia delle tecniche limitando i danni esteriori e le lesioni. Classico esempio è l’esercizio “Tie Bu Shan” (Camicia di Ferro) o “Jin Zhong Zhao” (Campana d’Oro). Le tecniche marziali che ne derivano sono esplosive ed estremamente potenti e dure.

QIGONG NEIDAN (CINABRO INTERNO)

E il tipo di Qigong più utilizzato negli stili Interni (Nei Jia) come ad esempio il Taiji QuanBagua Zhang oppure lo Xingyi Quan ma anche in molti stili esterni. Esso mira essenzialmente allo sviluppo di Qi all’interno del corpo e al suo utilizzo come Forza Interiore che si aggiunge ed integra quella meccanica dei muscoli. Le tecniche marziali che ne derivano in questo caso sono morbide e molto imponenti.

Normalmente si ritiene che l’obiettivo del praticante di stili interni sia quello di ricercare la forza partendo da dentro ed arrivando fuori, mentre quello del praticante di stili esterni è identico ma opposto, ovvero parte da fuori per poi cominciare a lavorare dentro. Ad alti livelli questa differenza non sussiste in quanto si tratta del medesimo concetto.

QIGONG RELIGIOSO

Qigong meditation
Qigong e Meditazione

Il Qigong di tipo religioso può essenzialmente essere diviso in tre categorie: Il Qigong Buddista, il Qigong Taoista e il Qigong Tibetano.
Molte sono le scuole di Qigong, sia d’ispirazione buddista sia taoista; le differenze principali tra le due tendenze riguardano la circolazione e lo scambio dell’energia:

Per il Qi Gong taoista il corpo umano è un universo (microcosmo) inserito in un altro universo (macrocosmo), per questo l’energia è fatta circolare all’interno del corpo attraverso canali preferenziali di scaricamento in modo da accrescere e trasformare l’energia (trasformazione alchemica) per conseguire l’illuminazione e quindi l’immortalità. Il Qigong Taoista è quello che si avvicina di più alle pratiche di tipo marziale in quanto caratterizzato da veri e proprio esercizi fisici.

Il Qigong buddista rileva l’importanza della liberazione dalla sofferenza per mezzo dello sviluppo della consapevolezza e quindi dell’elevazione di Shen. I metodi sono prevalentemente statici (meditazione da fermi) e coinvolgono molto più la mente e lo spirito piuttosto che il corpo perché l’accrescimento del Qi non è visto come l’obbiettivo principale. Il Qigong in questo caso viene utilizzato come metodo che aiuta nel tentativo di raggiungere l’illuminazione o Buddhità. Questo tipo di Qigong è ampiamente descritto nel “Trattato sul lavaggio del Midollo” visto anche nel paragrafo precedente.

Il Qigong Tibetano è molto simile a quello Buddista in quanto gli scopi della pratica sono pressochè i medesimi ma cambiano alcune metodiche di pratica. I Tibetani sono stati molto influenzati dagli indiani e gli esercizi di Qigong Tibetani sono molto integrati con le pratiche Yoga. Benchè di questo tipo di Qigong non ci siano molte documentazioni, possiamo comunque dire che si tratta di un Qigong più fisico rispetto a quello di tipo Buddhista.

Baduanjin | Qigong
Baduanjin | Qigong

LA TECNICA NEL QIGONG MARZIALE

Da un punto di vista prettamente tecnico, parleremo in generale degli esercizi che riguardano il Qigong Marziale che è quello che interessa ai praticanti di Kung Fu e di arti marziali in generale.
Le tecniche di Qigong sono moltissime, esse dipendono dalle Scuole e dagli stili praticati, in ogni caso ci limiteremo ad una generica descrizione in quanto non è possibile apprendere il Qigong da un testo scritto senza la guida di un Maestro esperto che ne approfondisca tutti gli aspetti legati alle percezioni, alle sensazioni e alle corrette esecuzioni anche in termini di postura e respirazione.
Le tecniche di Qigong possono essere di tipo statico o meditativo nella quali si sta fermi con il corpo e si cerca di lavorare “dentro” e di tipo dinamico nelle quali si eseguono veri e propri movimenti come ad esempio nel Baduanjin.
Gli esercizi più praticati, oltre al Baduanjin, sono quelli legati alla respirazione nei quali si muovono le mani e contemporaneamente si respira cercando un’armonia e una coordinazione in essi. Esercizi come questi, servono ad aumentare il livello di concentrazione, a concentrare il Qi, ad allenare anche delle posture precise e ad aiutare il corpo alla consapevolezza del “se” e alla morbidezza che porta allo sviluppo di forza interiore.
Altri esercizi servono per aumentare il “radicamento”, aspetto che per i praticanti non Marziali non è indispensabile. Altri ancora sono basati essenzialmente sulla concentrazione dell’attenzione su particolari parti del corpo e sul conseguente aumento della percezione e della sensibilità.
Diamo di seguito un breve elenco degli esercizi di Qigong Wai Dan più noti:

Qigong nel Baduanjin
  • Gli esercizi con le sfere (es. sorreggere la palla)
  • Le camminate Yin e Yang
  • La camminata nel fango
  • Fen Shui Shi (separare le acque)
  • I sei suoni segreti (video di esempio riportato sotto)
  • I movimenti dei 5 Animali
  • Il drago che fluttua
  • Cavalcare la tigre
  • Respingere il drago
  • Gli 8 pezzi di broccato (Baduanjin) (nel video riportato sopra ne vediamo una variante)
  • Qigong della fragranza (forma completa praticata senza Yi, senza indirizzare energia volutamente, e’ possibile farlo ad esempio guardando la televisione o chiacchierando)
六字诀 – Liù zì jué | I Sei Suoni Segreti

Per quanto riguarda invece il Qigong Nei Dan, citiamo due degli esercizi più comuni che sono:

  • La piccola circolazione celeste
  • La grande circolazione celeste

Principi della respirazione diaframmatica

La respirazione è uno degli aspetti più importanti nelle arti marziali e soprattutto nel Qigong.
Normalmente viene spontaneo utilizzare una respirazione di tipo toracico, quindi alta. Anche se non viene forzata, la respirazione toracica pone dei limiti. E’ meno rilassante e affatica la struttura muscolare della cassa toracica.
La respirazione diaframmatica sfrutta i movimenti del muscolo diaframma in modo da spostare una maggiore quantità di aria nella parte bassa dei polmoni (più capiente) e con uno sforzo inferiore rispetto ai muscoli toracici (minore sforzo, maggiore quantità di aria).
Si tratta di una respirazione più rilassante, che favorisce il benessere e la concentrazione. Molte tecniche di rilassamento e di Qigong fanno riferimento e sono legate alla dinamica della respirazione diaframmatica.
Per ottenere i migliori risultati conviene iniziare la respirazione utilizzando esclusivamente il muscolo del diaframma con movimenti lenti e non troppo profondi.
Spingendo lentamente il diaframma verso il basso si inspira aria che raggiungerà anche le cavità inferiori dei polmoni. Il movimento è lento e progressivo e potrebbe essere quantificato come tempo medio attorno ai 10 secondi. I muscoli della cassa toracica sono immobili. L’atto respiratorio non è profondo e forzato, deve essere rilassante.
Contraendo e spingendo il diaframma verso l’alto si espira aria. Il movimento è lento e non troppo profondo. Il corretto ritmo respiratorio nella preparazione dell’apnea, dovrebbe prevedere un tempo di espirazione superiore rispetto a quello dell’inspirazione. Tale manovra favorisce il rilassamento muscolare e la riduzione del ritmo cardiaco (bradicardia). Il movimento espiratorio potrebbe essere quantificato come tempo medio attorno ai 15 secondi.
Anche in questo caso i muscoli della cassa toracica sono immobili e la respirazione è rilassante.
Dopo alcuni cicli completi, atti a raggiungere un buon livello di rilassamento, l’ultima fase di respirazione prima della discesa dovrà essere più profonda per assicurarsi le massime capacità di aria disponibile.
Durante l’espirazione si muove solo il diaframma in quanto i muscoli del torace sono rilassati e non possono agire (fase passiva). Il diaframma invece con una manovra profonda spingendosi verso l’alto, favorisce la massima espirazione (massima capacità espiratoria).
Anche l’inspirazione sarà completa e profonda (dopo avere eliminato l’aria viziata con la massima espirazione, si otterrà spazio per nuova aria, ricca di ossigeno, mediante l’inspirazione).
In questa ultima manovra, per ottenere un risultato ottimale, verranno utilizzati anche i muscoli della cassa toracica. Andrà mosso per primo il diaframma estendendosi in basso verso lo stomaco, in questo modo l’aria riempirà la parte bassa dei polmoni (fase addominale). Successivamente si conclude la fase inspiratoria con la massima estensione della gabbia toracica che permette il riempimento delle cavità superiori dei polmoni (fase toracica), fino alla parte più alta degli stessi (fase clavicolare). L’insieme di questi movimenti determina la massima capacità inspiratoria.
Tutti i movimenti devono avvenire in maniera armonica senza provocare irrigidimento delle fasce muscolari.
L’insieme dei movimenti può sembrare complesso ma risulterà molto più semplice e spontaneo con la pratica. L’apprendimento di un gesto motorio diventa sempre automatico e si migliora nel tempo. Sarà inizialmente cosciente e controllato, successivamente spontaneo.

Nelle arti marziali, quando si dice “respirare basso” si intende porre attenzione alla doppia respirazione. Inspirando si dovrebbe come prima fase tenere fermo il torace e gonfiare la pancia. Quando si ha lasensazione che questa è al massimo dell’estensione, si dovrebbe passare alla seconda fase, ovvero liberare il torace e quindi estendere la gabbia toracica al massimo.
Espirando si dovrebbe compiere l’identico percorso ma invertendo le due fasi, quindi “sgonfiare” per primo il torace ed infine la pancia chiudendo gli addominali. Questo ultimo movimento di chiusura degli addominali e di esplusione dell’ultima aria presente nel corpo è importantissimo e rappresenta anche il momento nel quale eseguire il fasheng (esplusione dell’aria con emissione di suono dalla bocca) che genera un riflusso di Qi e facilita l’espulsione di aria viziata che normalmente rimane sempre in circolo e non viene ricambiata.

Nell’esecuzione delle tecniche e delle forme, la respirazione è fondamentale. Normalmente si inspira durante tecniche morbide, parate, movimenti che precedono gli attachi e nei movimenti ampi mentre si espira quando si eseguono tecniche più dure, attacchi, movimenti di proiezione che prevedono l’uso di forza interiore ed esteriore e movimenti esplosivi.

Flusso Energia Qigong
Qigong e Respirazione

Ipotesi di respirazione:

Primi tre/quattro atti respiratori lenti e rilassanti. Durante questa manovra si rilassano i muscoli del corpo e si cerca una condizione mentale idonea.

fase “espiratoria” Tempo 15 sec Si muove solo il diaframma che si sposta lentamente in alto favorendo l’espirazione di aria viziata.

Fase “inspiratoria” Tempo 10 sec Si muove solo il diaframma che si sposta lentamente in basso favorendo l’ingresso di aria nuova.

Ultimo atto espiratorio ed inspiratorio. Durante questa fase si cerca la massima capacità ovvero massima espirazione, massima inspirazione.

Ultima fase “espiratoria” Tempo 15 sec Si muove solo il diaframma e si sposta lentamente in alto fino alla massima capacità di espirazione di aria viziata, i muscoli della cassa toracica sono completamente rilassati (massima capacità espiratoria)

Ultima fase “inspiratoria” Tempo 10 sec Si muove prima il diaframma che si sposta in basso favorendo il riempimento delle cavità polmonari inferiori, successivamente si dilata al massimo la cassa toracica, favorendo il riempimento delle cavità polmonari superiori (massima capacità inspiratoria).

La respirazione diaframmatica
Il Maestro Chang Dsu Yao
Il Maestro Chang Dsu Yao

di Lucarini Giacomo

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